venerdì 27 agosto 2010

Ducati lascia in forma ufficiale la SBK



Questo il comunicato ufficiale che riportiamo integralmente:

Borgo Panigale (Bologna - Italia), 27 agosto 2010 - Ducati, che ha partecipato a tutte le edizioni del campionato mondiale SBK dalla sua nascita nel 1988 in forma ufficiale, vincendo 16 titoli mondiali costruttori e 13 titoli mondiali piloti, ha deciso di limitare la partecipazione alla fornitura di moto e al supporto di team privati.




L'ultima vittoria del Team Ducati Xerox nel 2010: Fabrizio sul podio di Kyalami


"Questa decisione deriva da una precisa scelta strategica della casa di Borgo Panigale, che vuole incrementare ulteriormente il contenuto tecnologico dei propri modelli di serie previsti in uscita sul mercato nei prossimi anni. Per raggiungere questo obiettivo le risorse tecniche dell'azienda, fino ad oggi impegnate nella gestione del team ufficiale SBK, verranno dedicate allo sviluppo della nuova generazione di moto supersportive, sia in versione omologata che nella derivata dedicata alle competizioni SBK – ha dichiarato Gabriele Del Torchio, Presidente ed Amministratore Delegato Ducati - Mi preme ringraziare in questo momento Nori e Michel, e tutti i piloti che hanno contribuito a fare grande la storia della Ducati in SBK, ma soprattutto tutte le persone di Ducati che con il loro lavoro e la loro professionalità ci hanno permesso risultati così importanti. Un grande grazie va anche a tutti partner che ci hanno supportato, Xerox ovviamente in primis. Un riconoscimento va anche a chi il campionato lo ha pensato e gestito per così lungo tempo, i fratelli Flammini, e la FIM con la quale il dialogo è continuo e proficuo."
Con questa importante scelta Ducati vuole rendere ancora più rapido ed efficace il trasferimento al prodotto di serie delle soluzioni tecnologiche avanzate, sperimentate attualmente nel campionato prototipi.
L'attività di verifica nelle gare Superbike delle soluzioni tecniche innovative verrà quindi affidata, per i prossimi anni, ai team esterni che avranno la possibilità di essere assistiti tecnicamente da personale Ducati. Scelta questa che permetterà a questi Team di poter disporre di mezzi e materiali ancora più competitivi.
Malgrado la decisione di interrompere la partecipazione ufficiale al Campionato Mondiale Superbike, Ducati proseguirà, in collaborazione con le altre case, l'organizzatore del campionato e la FIM, il lavoro di definizione di un regolamento tecnico, volto al contenimento dei costi. Forte di quello spirito sportivo che, da sempre, ha permesso a questa casa di competere, confrontarsi e vincere, Ducati ritiene fondamentale individuare, insieme alle altre parti coinvolte, soluzioni che possano garantire, nel medio periodo, il futuro del campionato.
Il campionato WSBK, pur nel rispetto del regolamento, e' stato interpretato in tempi recenti più come competizione tra prototipi che tra moto derivate dalla serie. Tutto questo ha portato ad un aumento dei costi, sia per le case motociclistiche, sia per i team partecipanti al campionato. Questa situazione è difficilmente conciliabile con la difficile congiuntura economica mondiale che ha oltretutto reso più difficile il reperimento di sponsorizzazioni. La casa confida che il lavoro congiunto di tutte le parti possa portare ad un miglioramento anche di questi aspetti.


La Ducati si ritira dal mondiale Superbike. Il suo stringato annuncio non dice molto, ma fa pensare molto. Fin dall'inizio della stagione si paventava questa decisione, ma a Silverstone, nell'ultima corsa prima della pausa estiva, sembrava confermata la partecipazione ufficiale anche per il 2011.
Dunque, la Ducati chiude – momentaneamente si spera – il suo capitolo più glorioso di storia agonistica. Lo chiude in anticipo perché il contratto con la Xerox era in vigore anche per l'anno prossimo, e non senza polemiche, interne esterne. C'è chi, all'interno della Ducati ha fatto di tutto per opporsi a questa decisione ritenendola un errore, ma è evidente che chi può dettar legge ha imposto la sua opinione.
Personalmente sono convinto che non si tratti semplicemente di un errore, ma di un grave errore. La Ducati sul mercato e anche come know-how industriale, è cresciuta grazie alla Superbike, si è costruita una fama enorme con le vittorie della sua bicilindrica, sola contro le migliori 4 cilindri del mondo, e in questo modo ha potuto rendere le sue moto tanto appetibili da far superare l'handicap – per certi modelli – di un prezzo più elevato della concorrenza.
C'è un'altra azienda motociclistica di valore mondiale, la BMW, che in questo momento di crisi è in forte aumento sul mercato internazionale e vende tutti i suoi modelli a prezzi elevati, a volte molto elevati. Ebbene, la BMW dopo un'attenta valutazione investimenti-benefici, ha deciso che il mondiale Superbike, per costi e ritorno di immagine, valeva più della MotoGP. L'opposto della Ducati, che – è una mia opinione – ha sacrificato la Superbike sull'altare del binomio Desmosedici-Valentino Rossi, una formidabile coppia, non c'è discussione, che però avrebbe potuto convivere benissimo con il Team SBK e che invece, per volere di qualcuno che evidentemente stima la Superbike pressoché inutile, l'ha affossato.
"Mi dispiace molto – commenta Paolo Ciabatti già responsabile del Team Ducati SBK ed attualmente direttore generale della Infront Motorsport, la società che gestisce il mondiale delle derivate di serie – La notizia non giunge del tutto in attesa, anche se sembrava che la decisione potesse rientrare dopo gli ultimi abboccamenti in cui avevamo messo a punto modifiche al regolamento tecnico volte a diminuire i costi e a mantenere l'equilibrio fra due e quattro cilindri che ha funzionato perfettamente negli ultimi anni. A mio parere la Ducati di quest'anno era ancora una moto molto competititva, e lo ha dimostrato vincendo, per cui avrebbe potuto partecipare senz'altro anche al mondiale 2011 in attesa della nuova moto col nuovo motore".
Dello stesso parere un altro personaggio al quale sono legati moltissimi titoli e successi della Ducati in Superbike: Davide Tardozzi. "Fino a poche settimane fa sembrava che avessero deciso di affidare tutto a Daniele Casolari e di rimanere in veste ufficiale – spiega l'attuale manager del Team BMW SBK – e sarebbe stata indubbiamente un'ottima soluzione perché la moto di quest'anno non è certo da buttare: ha vinto più volte e con piloti e team differenti e l'anno prossimo se la sarebbe cavata ancora, magari più in sordina, per poi riattaccare alla grande col nuovo motore. È un vero peccato lasciare a piedi una squadra tanto affiatata e con tantissima esperienza. Mi sento coinvolto e mi dispiace di non poter fare nulla per contrastare questa decisione".

Via motonline.com


3 commenti:

  1. Ricordi i commenti dopo la gara del 27 giugno? I primi nodi cominciano ad arrivare al pettine? Aprilia e Bmw, pronte a entrare in motogp e convinte all'ultimo dalla crisi mondiale e da regolamenti particolarmente appetibili per gli esordienti ad "accontentarsi" della SBK, ma con budget belli gonfi e imponenti macchine da guerra alle spalle, hanno demolito la vecchia SBK rinata nel 2003. Adesso la corsa è per veri campioni, ma l'asticella piazzata così in alto rischia di vedere pochissimi in grado, anche solo, di avvicinarla.
    Intanto incassiamo questa, poi vedremo.

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  2. ..... e se leggi anche di Parkes! La situazione in SBK si fa sempre più difficile, tra team che chiudono bottega, team che saltano le trasferte più lontane x risparmiare e quelli che vengono aiutati da Infront....... direi che sono caSSi amari per davvero.

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  3. Non posso che provare tristezza di fronte a queste cose, ma ancora di più di fronte alla miopia di certa gente che si esalta per un singolo episodio ma non ha la minima percezione di quello che più in generale sta succedendo. Quando Polita lo scorso anno rimase a piedi disse che per fare una stagione da privatissimo in SBK doveva portare al team almeno 500mila €. Poi mi dicono che si corre con le stesse moto che compri dal concessionario cambiando adesivi. La realtà è che la moto di serie è solo una piccola base sulla quale spendere 2-300mila € tra pezzi speciali e lavoro di aziende specializzate nella preparazione, poi la revisione dopo ogni gara, cosa che è molto meno di serie che nella GP (e che fa guadagnare almeno un secondo al giro, rispetto agli attuali prototipi), l'evoluzione continua di ogni particolare meccanico o elettronico o informatico. Forse, gli adesivi sono l'unica cosa in comune, per quanto le nuove supersportive vengono prima progettate per la pista e poi per la strada e si avvicinano sempre di più ai prototipi come concetto e prestazioni.

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